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Settore |
Agricoltura e allevamento |
Oggetto |
Moliin |
Traduzione |
Mulino |
N.
inventario |
C-I |
Etimologia |
Dal
latino tardo molinu(m), da mola |
Provenienza |
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Dimensioni |
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Descrizione
e
funzione |
Il
trebbiato da macinare era versato nella tramoggia, la tramöge,
un imbuto di legno a forma di tronco di piramide rovesciata, che
si trovava sopra la macina.. Dalla tramoggia i chicchi venivano
convogliati verso il foro della macina tramite la tafferìa, una
specie di piatto mobile, collegato alla tramoggia, la cui
inclinazione era regolabile e proprio questo determinava la
quantità di cereale che cadeva nel foro della macina mobile (la mööl
o möle).
Questa, un grosso disco in pietra, inserita in una cassa circolare
in legno, per proteggere chi si avvicinava e
impedire la fuoriuscita della farina dai bordi delle macine,
ruotava sopra una macina fissa (la möle zót).
La macina mobile aveva la faccia inferiore
(quella rivolta alla macina fissa) leggermente convessa, in modo
tale che tra le due macine rimanesse una leggera distanza, che
variava da alcuni millimetri nella parte centrale, per facilitare
l'ingresso del cereale, fino a mezzo millimetro verso l'esterno.
La distanza poteva essere comunque regolata per variare la
grossezza della farina.
I chicchi, che cadevano nel foro centrale della macina mobile,
per azione della forza centrifuga, erano spinti verso l'esterno e
frantumati. La farina macinata, attraverso un ripido canaletto, passava
nel buratto, il buratt, che si trovava a fianco ma più in basso rispetto alle macine, e
qui era setacciata.
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