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Settore |
Agricoltura
e allevamento |
Oggetto |
Forchin |
Traduzione |
Forcone
bidente |
N.
inventario |
C-I |
Etimologia |
Dal
latino fûrca(m) di etimologia incerta |
Provenienza |
Premana |
Dimensioni |
Altezza 144 cm |
Descrizione
e
funzione |
Forca
fienaia in ferro che serviva per trusà, cioè
rivoltare il
fieno o per insimà,cioè riporre il fieno. Esisteva
anche il raspio che serviva per sminuzzare, spostare e caricare il
letame sulla gerla. In generale si può dire che le forche di
legno vengono usate ancora in zone poco arretrate o in zone in cui
la fienicultura ha solo scarsa importanza: nelle montagne
dell'Italia settentrionale e nell'Italia centrale e meridionale.
In questa zone dove la posizione del luogo o le condizioni del
tempo lo rendano necessario e qualora il tipo di erba lo permetta
o lo richieda, spesso il fieno, una volta secco, viene rivoltato.
Questo lavoro viene eseguito generalmente nel pomeriggio con un
bastone, con la falce, più spesso con la forca fienaia o anche il
rastrello. Può anche succedere che venga rivoltato due volte,
nella tarda mattinata e poi nel pomeriggio. Nelle zone più
progredite, specialmente nell'Italia settentrionale, la forca di
ferro sostituisce di più l'antica in legno, della quale si è
persa talvolta anche la memoria.
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