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Settore |
Manufatti
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Oggetto |
Laorāzion
d'un cióchīn |
Traduzione |
Lavorazione
di un campanaccio |
N.
inventario |
A-III |
Etimologia |
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Provenienza |
Locale |
Dimensioni |
Variabili |
Descrizione
e
funzione |
Nelle foto si possono osservare le fasi di lavorazione di un
campanaccio tradizionale come avveniva fino agli anni30' dello
scorso secolo nelle
botteghe artigianali di Premana, dove, peraltro, sono ancora
prodotti. La lavorazione dei campanacci, di cui si vedono tre modelli
diversi, iniziava da una lamiera di acciaio. La prima operazione consisteva nel ritaglio con una taglierina a
mano dell'unico pezzo o dei due pezzi di cui era composto il
campanaccio. La seconda operazione con cui si dava la forma
all'oggetto consisteva nella piegatura utilizzando il martello.
Seguiva la l'applicazione dell'attacco esterno per il collare e
attacco interno per il battente anch'esso forgiato dall'artigiano
e la chiodatura delle due valve. L'operazione successiva,
consisteva nella brasatura, grazie alla quale ogni fessura
veniva perfettamente chiusa consentendo al campanaccio di
diventare sonoro. La lavorazione si concludeva con l'applicazione
del battente agganciato all'attacco interno
Infilata in una
cinghia di cuoio si appende al collo di mucche, capre e pecore. A seconda
della dimensione e della forma (bocca piccola suono alto, bocca
larga suono basso) e dello spessore della lamiera utilizzata nella fabbricazione, queste
campane acquistavano sonoritą diverse e particolari contribuendo
a distinguere una animale dall'altro.
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