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Le
officine più attrezzate potevano disporre di una macchina
straordinaria che rendeva molto più efficace il lavoro del fabbro:
il maglio. Ma il funzionamento del maglio dipendeva dal movimento di
una ruota idraulica. E' per questo che le fucine che disponevano di
questa macchina si trovavano vicino ai corsi d'acqua, trasportata
alla fucina per mezzo di un canale. In prossimità della fucina il
canale diventava una condotta generalmente in legno che termina in
uno scivolo a forte pendenza. Dall'altezza di 3 o 4 metri, l'acqua
precipitava lungo lo scivolo e colpiva le pale di una ruota
che era inserita su un grosso albero di trasmissione. Il movimento
della ruota imprimeva attraverso una serie di denti disposti in
senso radiale sull'albero,
un movimento ritmico dall'alto verso il basso, ulteriormente
potenziato dal contraccolpo che la base del maglio riceveva battendo
il terreno. Il maglio è composto da un breve tronco e da una mazza
battente posta all'estremità, che era una specie di grosso martello
del peso variabile fra i 30 e i 60 Kg. La testa del maglio
andava a battere sopra un ceppo metallico incassato nel
terreno. La velocità del movimento del maglio veniva regolata
da fabbro mediante una stanga pensile che regolava la
quantità di acqua che cade sulla ruota. Modificando la velocità di
rotazione dell'albero di trasmissione
si cambiava anche quello del maglio.
Nelle grandi fucine l'acqua del canale era anche utilizzata per
creare una corrente di aria per alimentare la forgia, rendendo
inutili i mantici a mano. Attraverso una tubazione in legno, l'acqua
era fatta cadere all'interno della botte dell'aria. Questa
era costituita da cilindro in pietra o di doghe di legno, in cui
l'acqua si frangeva su una pietra al suo interno prima di
fuoriuscirne. La caduta dell'acqua creava una turbolenza continua
che espelleva l'aria dalla botte in una tubatura che era collegata
direttamente alla forgia, da cui era possibile graduarne
l'intensità.
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