Descrizione e funzione
L'otre di pelle di capra, simile a quella ricordata nei poemi omerici, è forse il pezzo più raro del museo e difficilmente reperibile nei musei etnografici dell'Italia del nord.
La pelle della capra era ottenuta scuoiando l'animale con incisioni solo al collo e alle gambe e veniva sfilata dalla carcassa senza rotture. Era quindi seccata, conciata e cucita in modo da lasciare un unica apertura al collo. Il pelo dell'animale restava all'interno. Tali contenitori erano adatti per il trasporto a spalla o nella gerla e su cavalcature. Era utilizzata soprattutto per il trasporto del vino e dell'olio e poteva contenere anche cinquanta litri. Otri simili a quella del museo erano utilizzate in questa area fino ai primi del novecento.
Il confezionamento era di norma affidato al ciabattino, che per questo era chiamato bagat, cioè colui che produce baghe.