Descrizione e funzione
Il telaio è una macchina complessa in cui è possibile riconoscere le parti principali. In primo luogo l'incastellatura, che è costituita da i due pali verticali collegati a quattro traverse orizzontali che circondano tutte le parti del telaio. All'interno di questa incastellatura, ci sono i subbi, delle travi rotonde e girevoli poste alle due estremità . Sul subbio pi๠alto viene avvolto l'ordito, mentre sull'altro, che si trova davanti alle gambe della tessitrice, si avvolge la tela, che è arrotolata in un subbio sottostante, che termina con una ruota dentata, posta al di fuori della incastellatura. Sostenuta dai pali verticali, una stanga trasversale sostiene con l'uso di due carrucole i licci che servono per incrociare i fili dell'ordito e il porta licci posto sopra con funzione di supporto. Per mezzo dei pedali sottostanti, corde e carrucole i licci vengono mossi cosicché, mentre i fili pari dell'ordito vengono alzati, quelli dispari vengono abbassati. In questo modo si crea un varco, il passo, attraverso cui la tessitrice inserisce con la navetta, navète, il filo di trama in una sequenza continua. Davanti al porta licci è collocato una traversa che serve per assestare il tessuto man mano che la lavorazione procede, rinserrando il filo di trama. Il telaio presente nel museo veniva utilizzato per la produzione di tela di lino, canapa, canapa/lino, panno di lana e mezza lana, lana per la trama e canapa per l'ordito, che serviva per il vestidél, il costume antico di Premana.
I telai, come quello conservato al museo, sono stati usati per tessere tela fino alla seconda guerra mondiale. In seguito sono stati ancora ancora usati da qualcuno per tessere i borasc, cioè dei pezzotti, tappeti tipici della Valtellina. Con questi telai si poteva tessere una tela alta un braccio (circa 70 cm) e si racconta che alcune famiglie durante l'inverno preparavano quanto occorreva per tessere, anche 60 braccia di tela in lunghezza.