Raccontando la storia di Premana bisogna premettere che una serie di indizi significativi permettono di reputare che il sito attuale di Premana non corrisponda al luogo o i luoghi ove sostarono stabilmente i primi abitatori di questi luoghi.
La tradizione locale tramandata da lungo tempo vuole l’antico abitato più a monte, in direzione della Val Fraina, nell’area denominata ” el Piazz “. Qui effettivamente si rilevano ruderi di costruzioni antichissime, visibili i resti di un edificio dalle notevoli proporzioni. I vecchi alpigiani della Rasga ricordano ” la Piazze de la Gergiöle Vége “, cioè il posto dove sorgeva l’antico luogo di culto.
Il borgo di Premana nel posto in cui si presenta oggi nacque sul finire del terzo secolo dopo Cristo come avamposto romano con funzione di ” borgo baluardo “. È il periodo in cui cominciava il crepuscolo dell’impero romano e si preannunciavano le invasioni da nord, ci fu quindi la necessità di istituire e rafforzare la difesa della rete viaria locale.
L’agglomerato doveva bloccare l’eventuale calata di nemici dalla Valle del Bitto attraverso il Passo di Trona ed impedire che questi dilagassero verso Dervio e la Valsassina.
Il paese si sviluppò su un’altura, le case addossate le une alle altre ” a cortina continua “, formando una cinta perimetrale del borgo con espliciti caratteri difensivi, i sotto passi a voltoni chiusi da portali in legno costituirono le porte di accesso all’abitato. Nelle case presso le porte, una finestra tagliata obliquamente nel muro permetteva di controllare l’esterno della porta.
La difesa venne rinforzata da torri angolari, resiste parziale memoria di due di esse e dai sovrappassi, tipici della struttura difensiva di Premana. Questi passaggi permettevano di attraversare il paese stando al coperto e correvano al primo piano sopra il dedalo di stretti vicoli collegando case di due opposti isolati, oppure ricavati nei muri perimetrali in caso di abitazioni adiacenti. Essi dovevano facilitare la ritirata dei borghigiani. Il progetto di borgo fortificato presupponeva, a conclusione del sistema difensivo, che a monte esistesse l’estremo riparo. Questo estremo riparo è l’area occupata oggi dalla chiesa parrocchiale di San Dionigi. In posizione distaccata rispetto al nucleo storico, con particolari requisiti di panoramicità, con un giro di orizzonte ben più vasto rispetto alla posizione di chi osservi dal centro storico, e lo era ancor di più prima che venisse circondata dall’espandersi del paese nel ventesimo secolo.
L’attuale campanile era l’antica torre di avvistamento dove ancora oggi si può notare la ” finestra balestrera ” .
La torre rappresentava l’ultimo ricovero per gli abitanti una volta che il borgo fosse caduto in mano agli attaccanti.
Una visita del borgo antico di Premana permette ancora oggi di leggere chiaramente la sua storia.
CHIESA PARROCCHIALE S. DIONIGI
La chiesa riceve chi entra in paese con le sue forme sobrie e monumentali, quasi severe.
STORIA
La Chiesa parrocchiale di Premana, dedicata a San Dionigi, ha una storia molto antica.
In posizione distaccata, rispetto al nucleo storico di Premana, con particolari requisiti di panoramicità , qui il giro di orizzonte e’ ben più vasto rispetto alla posizione di chi osservi dal centro storico, e lo era ancor di più prima che venisse circondata dall’espandersi del paese nel ventesimo secolo.
Una delle spiegazioni più attendibili e’ che la chiesa sorga su un’antica torre di avvistamento , l’attuale campanile, dove ancora oggi si può notare la ” finestra balestrera “, già facente parte della torre con funzioni militari.
In tempi tardo Romani l’ antica torre collegata con la funzione strategica di Premana, ” borgo baluardo ” , in caso di discese nemiche dal Passo Trona, rappresentava l’estremo ricovero per gli abitanti, una volta che il borgo fosse caduto in mano agli attaccanti.
La prima versione della chiesa sorse in epoca paleocristiana quando, con il trascorrere del tempo, il luogo perse la funzione difensiva originaria.
In origine fu edificata secondo la formula di chiesa castrense, con il trascorrere dei secoli conobbe numerosi ampliamenti e trasformazioni architettoniche: dalla copertura gotica della navata, alle capriate romaniche cancellate dalla volta barocca in muratura del 1655. L’ultimo ampliamento importante fu tra il 1929 ed il 1930, che purtroppo elimino’ gli affreschi di fine ottocento dipinti da Giovanni Maria Tagliaferri.
La chiesa accoglie le spoglie di Sant’Ilario provenienti dalle catacombe di S. Callisto dal 1678, dono del reverendo Giacomo Gianola nativo di Premana a cui erano state donate dal nobiluomo veneziano Nicolò Venier.
Due volte la chiesa venne colpita dalle valanghe, nel 1863 e nel 1888, la festa patronale di Premana, infatti, ricorda lo scampato pericolo dell’11 gennaio 1863: allora la valanga franò sulla chiesa affollata, ma nessuno rimase ferito.
Attualmente sulla parete sinistra il grandioso polittico cinquecentesco di San Rocco, mentre sulla parete destra due significative tele seicentesche della scuola di Luigi Reali dedicate a San Dionigi, ed un affresco cinquecentesco con la Vergine in trono.
Negli anni cinquanta l’altare della Madonna e’ stato affrescato da Orlando Sora, negli anni sessanta Antonio Martinetti dipinse l’altare di S. Ilario.
CHIESA DELL’ IMMACOLATA
L’edificio sacro più vicino alla chiesa parrocchiale è l’oratorio dedicato alla Madonna Immacolata. Lo si raggiunge seguendo la strada a monte della parrocchiale stessa.
Si trova all’inizio di via Vittorio Emanuele, una delle strade pedonali che portano in centro paese
La chiesa dell’ Immacolata è una delle tre sussidiarie della parrocchiale. Collocata al margine del borgo storico, permette l’ipotesi che la sua costruzione sia stata effettuata quando il nucleo urbanistico fortificato era già esistente. Questo indizio, così come l’antico sviluppo iconografico tramandato dalle piante disegnate nel secolo sedicesimo che indica una formulazione piuttosto tipica di gusto gotico o tardo gotico, ne suggeriscono la costruzione in periodo tardo medievale.
Nei primi documenti che ne parlano viene denominata : ” Santa Maria dei Disciplini “, sede della confraternita dei Disciplini. La facciata principale presenta ancora oggi, all’esterno, parte di un affresco scolorito riguardante tale confraternita, così come un affresco situato nell’attuale sacrestia.
L’altare settecentesco presenta una nicchia chiusa da vetro contenente la statua dell’Immacolata, la balaustra è in pietra con un cancelletto in ferro. Il pavimento fu rifatto in calcare scuro di tipo moltrasino nella seconda metà dell’Ottocento.
All’interno si possono ammirare diversi ed interessanti dipinti, tra cui una serie dedicata ai miracoli di San Carlo Borromeo e le due ex pale d’altare dedicate alla Madonna.
Una curiosità, la facciata esterna a valle presenta i segni dei colpi di mitraglia sparati dalla montagna di fronte al paese durante la seconda guerra mondiale.
CHIESA DI SAN ROCCO
Il secondo antico oratorio presente nel borgo di Premana è dedicato a San Rocco.
Situato sempre all’esterno dell’antico borgo storico, con la chiesa dell’Immacolata, ne disegna il limite. Entrando in via Vittorio Emanuele, vicino alle scuole ed alla sede comunale sorge la chiesa dedicata a San Rocco.
Probabilmente la chiesa meno antica di Premana. Sia l’estrema semplificazione dell’architettura originaria, sia la dedicazione fanno escludere che l’oratorio sia anteriore all’inizio del secolo quindicesimo. Una rinnovata versione del San Rocco venne ufficialmente benedetta nel 1649 . Inizialmente dedicato a San Rocco e San Sebastiano, sede della ononima confraternita, i cui scolari erano in maggioranza residenti a Venezia. Nel settecento l’oratorio viene definito di forme molto belle, coperto da volte, ornato da stucchi, con il coro impreziosito da dorature, l’unico altare attorniato da pregevoli dipinti. Sempre nel diciottesimo secolo la confraternita dedicata a San Rocco e San Sebastiano viene soppressa . Ricostituita poco dopo e intitolata a San Rocco e Sant’Ilario è tutt’ora presente , e rappresenta l’unione dei Premanesi emigrati a Venezia dalla madrepatria.
Nel secolo ventesimo la chiesa entro’ in una fase di decadenza, nel 1944 fu trasformata in una sala da teatro con aule annesse ad uso oratorio.
L’architettura dell’antica chiesa a forma rettangolare e’ ancora oggi ben leggibile all’esterno. Sulla facciata principale, in una nicchia si trova la statua in pietra del santo titolare.
Oggi sede del teatro San Rocco.
CHIESA DI SANT’ANTONIO
E’ la terza delle tre chiese sussidiarie di Premana collocate lungo un ideale tracciato corrente a monte rispetto all’abitato antico, situata nella parte nord orientale del paese, all’inizio dell’attuale Via Valtellina. Da qui inizia la strada che porta verso numerosi maggenghi e alpeggi situati sul versante sotto il Pizzo Alto.
Di origine tardo medievale,l’edificio non ha subito, così come si presenta oggi, trasformazioni di grande rilevanza. La volta interna originariamente a botte, sostituita da tavole dipinte a rosoni nel settecento, ora presenta una copertura a capriate. Esistevano nella chiesa due cassoni per accogliere elemosine elargite in natura: cereali ma anche lana di pecora.
L’altare oggi presente è di origine sei-settecentesca, in una nicchia chiusa da vetro si conserva la statua del Santo.
L’oratorio di Sant’Antonio presenta diverse particolarità .
Già la sua collocazione, confinante al lato sud, con un “precipizio alto ” , e in un sito a forte declivio, tant’è che il dislivello della chiesa e’ di 3,80 mt.
La campana del S. Antonio, su cui è posta la data 1507 e’ la più vecchia di Premana e una delle più vecchie della Valsassina. Veniva suonata per annunciare qualche pericolo e sopratutto al sopraggiungere del temporale quando le messi erano mature. Si credeva facesse fuggire la grandine, la scienza oggi spiega che il suono della campana spaccando i grani di grandine, li rendeva meno dannosi.